Ernst Neufert (15 marzo 1900 – 23 febbraio 1986) è stato un architetto tedesco, assistente di Walter Gropius, insegnante e membro di varie organizzazioni per la standardizzazione in architettura , noto soprattutto per il suo Architects’ data.
Architects’ data.
La prima edizione del libro è del 1936 a Berlino.
Il titolo originale del libro di Neufert (Bauentwurfslehre), e anche il suo titolo italiano completo che ha richiesto cinque parole (Enciclopedia Pratica per Progettare e Costruire) , può, tra le altre, suggerire le seguenti parole chiave:
• Misura Umana,
• Classificazione,
• Standardizzazione.
Ma prima di occuparsene pare necessario non eludere una domanda: è l’Enciclopedia … di Neufert un libro da leggere? O non è solo un manuale da consultare?
La salomonica risposta (ed anche quella più convincente) è che il libro è entrambe le cose: usarlo come un’opera solo da consultare può essere riduttivo, perché proprio nella sua puntigliosa esaustività e nell’ordine con cui questa è esposta si annida una visione del mestiere (di architetto) che solo la lettura sistematica (da pag. 1 in poi …) può svelare.
Giova anche osservare che questo è possibile ed ha senso solo se si usa un’edizione datata del libro, prima che le aggiunte apocrife delle edizioni recenti, nell’irrealizzabile ed insensata idea di aggiornarlo, non ne avessero snaturato la concezione.
Misura Umana
Noi ci rendiamo (…) subito esattamente conto delle dimensioni di un oggetto quando vi vediamo vicino un uomo sia ciò al vero che nella sua rappresentazione grafica.
Le misure del corpo umano non sono quindi solamente (e banalmente) un insieme di dati di partenza per calcolare la misura giusta di oggetti e di spazi, cioè di quelle cose create dall’uomo per servirlo e quindi (…) dimensionate in rapporto a lui.
Esse sono anche un punto di riferimento per l’idea stessa di misura che ciascuno (chi più, chi meno) porta in sé: il concetto della grandezza di qualsiasi cosa è per noi, ancora oggi, meglio afferrabile se … viene comparata alle misure del corpo umano o di sue parti (braccio, piede, spanna, pollice …): questi sono concetti innati in noi e che stanno, si può dire, nel nostro sangue.
E’ passato del tempo, ed oggi, con maggiore precisione scientifica, si direbbe nel nostro codice genetico; ma per il resto la cosa è nella sostanza ancora del tutto sostenibile.
Per questo il libro si presta alla doppia lettura prima osservata; per questo nelle sue versioni primitive è e resta di gran lunga superiore alle tante opere simili stampate in seguito, incluso il nostrano Manuale dell’Architetto del CNR del dopoguerra , imbarazzante calco del libro di Neufert allora non ancora edito in Italia.
Classificazione
Dopo i capitoli iniziali intorno agli studi preparatori ed al progetto (da non sottovalutare: si tratta di un’autentica proposta di metodo), l’impianto del libro è classificatorio ed ordinato dal particolare al generale: dai particolari costruttivi; alle disposizione e dimensioni delle aree, dei vani e degli impianti; ai vari tipi di edifici; ad alcune tavole generali conclusive.
Pregio principale dell’opera è di aver riunito in un solo libro, in concisa sintesi, tutto l’essenziale per progettare e costruire.
E’ nota, quasi un luogo comune, la totale mancanza di senso dell’umorismo di chi si occupa di tassonomie, parola tremenda perché contiene contemporaneamente i concetti di regola e di ordine (ciascuno rispettabile in sé, ma inquietanti se messi insieme).
Su questo un Maestro argentino, capace di nascondere il sarcasmo sotto un’erudizione vastissima, ma non ostentata, ha scritto parole forse decisive.
Neufert non fa eccezione: la sua seriosa vis classificatoria, unita ad un corrispondente desiderio di esaustività, lo hanno condotto verso alcune forzature dalle quali ci si poteva aspettare una veloce caducità del libro.
E invece il successo editoriale continua, segno evidente che le parti vitali dei suoi contenuti riescono comunque a prevalere su quelle che il tempo che passa rende obsolete.
Per questo è impresa futile e vana tentare di aggiornarlo: perché si corre il rischio di offuscarne le parti vitali, che consistono nella più esauriente trattazione del rapporto tra le misure degli esseri umani e quelle degli spazi e degli oggetti di cui si servono.
Non ha importanza se gli oggetti delle vecchie edizioni appaiono un poco demodé: le loro misure continuano ad essere sensate nei valori assoluti ed in rapporto con le misure umane.
Ed il fatto che anche queste si siano (lievemente) modificate dai tempi di Neufert, quando gli esseri umani erano di statura inferiore e vivevano meno a lungo di oggi (e non solo per le guerre), non ha ancora messo fuori gioco il suo generoso lavoro.
Standardizzazione
La vis classificatoria non è stata peraltro solo un tratto del carattere personale. In quegli anni l’affermazione planetaria della produzione industriale in serie imponeva scelte di unificazione e di standardizzazione in una vasta fattispecie di manufatti.
Il comitato tedesco per l’unificazione (Din) si costituisce nel 1917 … per sviluppare norme e standard come un servizio per l’industria, lo stato e la società considerati come un tutto.
Contemporaneamente artisti diversi, ed anche tra loro intellettualmente e politicamente lontani, cantavano in coro le qualità estetiche del prodotto industriale, fornendo per questa via una base culturale internazionale a quei processi che, proprio perché confinati entro limiti nazionali, porteranno nel Novecento a due terrificanti conflitti.
Gli architetti non sono estranei a tutto questo: è anche nel loro sentire comune … l’utilità di un coordinamento tra l’industria e l’edilizia, come si esprime (in piena seconda guerra mondiale) l’ente italiano di Unificazione (Uni), che aggiunge: “… questo coordinamento è attuabile attraverso la semplificazione e l’unificazione; è per questo che l’Uni (…) ha fino dal 1940 intrapreso i lavori di unificazione nel campo dell’edilizia …”.
Anche qui l’Italia pare un poco in ritardo, ma il processo è davvero travolgente e pervasivo su scala planetaria.
Queste considerazioni dànno una chiave in più per comprendere il lavoro di Neufert: non è solo uno strumento per non sbagliare la pendenza di una scala o la misura di una sala da bagno, ma è ben altro.
E’ uno sforzo di semplificazione e di unificazione che si propone di aggiornare ai tempi nuovi il settore dell’edilizia, ritenuto tecnologicamente arretrato; e che trova nella classificazione e nella normalizzazione gli strumenti efficaci ed opportuni (ed anche desiderabili) per farlo.
Liberamente tratto da : Nico Bolla Dispense del Corso
Esiste anche una versione cinese: Jianzhu She jizi liaojizi
credit photo> http://www.ignant.de/2011/10/28/paul-gisbrecht/
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